Usain Bolt: la biografia, la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sul velocista che ha fatto la storia dell’atletica mondiale.
Secondo alcuni dei più grandi atleti di tutti i tempi, come il nostro Pietro Mennea o Michael Johnson, nella storia della velocità non c’è stato nessuno come Usain Bolt. E lo confermano i fatti. Il giamaicano è infatti non solo un uomo da 8 medaglie d’oro olimpiche e 11 mondiali, ma è anche l’unico ad aver vinto l’oro nei 100 metri piani e nei 200 metri piani in tre edizioni consecutive delle Olimpiadi. Scopriamo insieme alcune curiosità sulla sua carriera e la sua vita privata.
Usain Bolt: la biografia
Usain St. Leo Bolt è nato a Sherwood Content, in Giamaica, il 21 agosto 1986 sotto il segno del Leone. I suoi genitori sono Wellesley Bolt (morto nel marzo 2025 all’età di 68 anni dopo aver combattuto a lungo contro una tremenda malattia) e Jennifer Bolt.
A scegliere il nome del velocista è stata proprio Jennifer, su suggerimento di un nipote, che aveva un compagno di classe che portava lo stesso nome. Quanto a St. Leo, deriva invece da un suo zio.
Della sua adolescenza ha spesso parlato lo stesso Bolt in diverse interviste. Il futuro recordman è infatti cresciuto in un villaggio di un migliaio di abitanti insieme al fratello Sadiki, alla sorella Christine e al suo migliore amico, Nugent Walker, per tutti NJ.

Usain Bolt: la carriera
Dotato di un grande talento atletico fin da bambino, viene indirizzato dai genitori e dal suo allenatore di cricket molto presto verso l’atletica leggera. Vince la sua prima medaglia nel 2001 in un campionato scolastico, arrivando secondo nei 200 metri piani.
A livello internazionale fa il suo debutto ai Mondiali allievi di Debrecen, non centrando però l’ingresso nella finale dei 200 metri. In perenne crescita negli anni successivi, riesce a conquistare i suoi primi successi a livello mondiale ai Mondiali juniores di Kingston.
La sensazione che sia nata una nuova stella dell’atletica mondiale viene però confermata solo nel maggio 2008, quando per la prima volta Bolt a un meeting in Giamaica ferma il cronometro sui 100 metri con il tempo di soli 9”72, a soli due centesimi dal record mondiale detenuto dal connazionale Asafa Powell.

Forte di questo risultato, e di altri straordinari exploit di quei mesi, Bolt si presenta ai Giochi olimpici di Pechino 2008, i primi della sua carriera, come l’assoluto favorito. E non delude le aspettative. Nella finale dei 100 metri piani conquista infatti un oro straordinario, vincendo con il tempo di 9”69, nuovo record mondiale, nonostante una netta frenata negli ultimi 30 metri.
Pochi giorni dopo, domina anche i 200 metri, stabilendo un altro primato mondiale con 19”30, due centesimi in meno rispetto al precedente record detenuto da Michael Johnson e stabilito ad Atlanta 1996. Chiude la sua indimenticabile esperienza cinese conquistando anche l’oro nella staffetta 4×100, insieme a Nesta Carter, Michael Frater e Asafa Powell (medaglia poi tolta dal CIO a causa della positività al doping riscontrata in Carter).
Con la tripletta olimpica, Bolt diventa d’un tratto una stella di livello mondiale, considerato da tutti già in quegli anni uno dei migliori atleti della storia. In molti si chiedono però se sarà in grado di confermare un exploit così eccezionale. La risposta arriva solo un anno dopo, quando ai Mondiali di Berlino nel 2009 vince ancora la finale dei 100 metri ritoccando ancora il suo record mondiale, con il tempo di 9”58.
Secondo le statistiche, sarebbero dovuti servire 20 anni prima che il suo record di Pechino potesse essere infranto. Ma a Bolt delle statistiche non è mai importato molto, e a stabilire un nuovo primato ha impiegato solo 12 mesi.

Nello stesso mondiale migliora anche la prestazione sui 200 metri, fermando il cronometro a 19”19. Seguono tre anni di grandi onori, risultati straordinari e qualche infortunio di troppo che complica la sua strada verso Londra 2012. Il giamaicano arriva infatti alla seconda Olimpiade in carriera da portabandiera del suo paese, ma anche con un paio di sconfitte di troppo che dovrebbero in teoria minarne le certezze.
In pista Bolt è però capace di trasformarsi e di lasciarsi alle spalle tutte le difficoltà. Oltre a tutti i rivali. Il 5 agosto conquista così il suo secondo oro olimpico sui 100 metri piani, stabilendo il nuovo record olimpico di 9”63. Fa il bis anche nei 200 metri piani e completa ancora una volta il tris nella staffetta 4×100.
A chi ancora chiedeva la conferma del suo status di leggenda vivente, Bolt risponde quindi con un’ennesima Olimpiade da incorniciare. Ma non sarà l’ultima della sua carriera. Dopo altri quattro anni conditi da vittorie mondiali e qualche problema di troppo (oltre a quello che sembra un evidente declino a livello fisico), Usain si presenta a Rio de Janeiro con la consapevolezza di essere alla sua ultima rassegna olimpica.
Già alcuni anni fa aveva infatti annunciato che dopo l’olimpiade brasiliana avrebbe smesso con l’atletica. Ma prima, voleva regalarsi un ultimo grande trionfo. Dopo aver superato agilmente le batterie e le semifinali, si ritrova quindi a vivere una finale da brividi contro rivali che lo hanno più volte messo in difficoltà, come Justin Gatlin e Andre De Grasse. Il risultato? Terzo oro olimpico sui 100 metri per il giamaicano, davanti proprio all’americano e al canadese.
Un altro risultato indescrivibile, seguito dalla vittoria, meno problematica, sui 200 metri, e quella nella staffetta 4×100, ciliegina sulla torta di una carriera che appare a molti, già in quel momento, ineguagliabile.

Ormai consapevole di aver chiuso con l’atletica, Bolt si regala un’ultima passerella ai mondiali di Londra del 2017, conquistando solo un bronzo nei 100 metri e non riuscendo a prendere parte alla finale della 4×100 a causa di un infortunio.
Messa da parte l’atletica, il giamaicano decide di regalarsi un ultimo grande sogno nella sua vita agonistica e si propone per prendere parte ad alcuni eventi calcistici. Nel 2018 partecipa quindi ad alcuni allenamenti con il Borussia Dortmund, senza però fare il debutto ufficiale.
Pochi mesi dopo si aggrega ai Central Coast Mariners, squadra del camponato di calcio australiano, giocando anche diverse amichevoli e realizzando una doppietta in una sfida con il Marcarthur South West United. Non riesce però a trovare un accorso sull’ingaggio e la sua carriera calcistica si conclude ancora prima di nascere.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario della sua carriera, nel momento di massimo splendore Bolt era arrivato a guadagnare anche 25 milioni di dollari all’anno. Il suo patrimonio è stato stimato a lungo sui 90 milioni di dollari, ma in anni recenti a causa di una truffa avrebbe perso buona parte del suo capitale.
La vita privata
Dopo alcune relazioni di discreta importanza, compresa quella con la fashion designer slovacca Lubica Kucerova, Bolt ha iniziato una relazione con la modella giamaicana Kasi Bennett tra il 2013 e il 2014.
Dalla loro unione sono nati nel 2020 la sua prima figlia, Olympia Lightning, seguita l’anno dopo dai gemelli Thunder e Saint Leo. Non sappiamo dove viva al momento con la famiglia, se abbia scelto di rimanere in Giamaica o si sia trasferito altrove per questioni professionali.
6 curiosità su Usain Bolt
– Il suo soprannome è Lightning Bolt (fulmine).
– Inizialmente era più interessato ad altri sport, come il cricket e il calcio.
– Durante la sua carriera è stato legato come sponsor tecnico al marchio Puma.
– È sempre stato un tifoso della squadra di calcio del Manchester United.
– Non solo sport. Una delle sue grandi passioni è anche la musica, e come cantante ha inciso nel 2021 un album, Country Yutes, per la casa discografica A-team Lifestyle.
– Sui social network è presente con un account ufficiale su Instagram, una pagina ufficiale su Facebook, un account ufficiale su Twitter/X e anche un account ufficiale su TikTok.